Una frase tratta dall’opera latina De Oratore di Cicerone diceva: Historia magistra vitae, cioè la storia [è] maestra di vita. Proviamo a capirne il perché.
Una frase tratta dall’opera latina De Oratore di Cicerone diceva: Historia magistra vitae, cioè la storia [è] maestra di vita. Proviamo a capirne il perché.
“Il passato reca con sé un indice segreto” Cit. W. Benjamin
Non è raro ascoltare gli studenti pronunciare sfiduciati questa frase, con cui esprimono tutta la loro perplessità di fronte a una materia molto spesso considerata come noiosa da studiare e poco utile per la propria formazione.
I manuali di storia appaiono di frequente solo come un lungo elenco di guerre, nomi e date che gli studenti e le studentesse percepiscono, oltre che come molto lontani nel tempo e nello spazio, anche come molto lontani da loro stessi, dal loro vissuto e dalle loro esperienze quotidiane.
Eppure, a pensarci bene, la storia non è una materia così secondaria e noiosa come si sente mormorare nei giorni che precedono una verifica o un’interrogazione, tra nomi di re difficili da pronunciare, date che sembrano tutte uguali ed avvenimenti che si mischiano su un’immaginaria linea del tempo.
A lungo gli storici hanno avuto lo scopo di celebrare le dinastie più importanti e i re più potenti, di cui hanno descritto con precisione le gesta e le virtù; hanno esaltato le nazioni e i popoli attraverso i fatti che ne rendevano glorioso il passato.
In realtà la storia non è fatta solo dai grandi uomini e dalle grandi imprese, ma è centrale per comprendere anche le sconfitte e gli errori che sono stati commessi. Non ci sono solo alti rappresentanti del potere politico, economico o religioso da ricordare, non esistono solamente eroi, esploratori e visionari ma anche la gente comune, con abitudini, tradizioni e preoccupazioni che sono più vicine alle nostre di quanto siamo portati a pensare.
Se guardata da questo punto di vista, la storia diventa uno strumento utilissimo per comprendere i meccanismi umani che chi ha vissuto prima di noi, e in contesti ben diversi, ha messo in atto di fronte alle sfide del proprio tempo.
Certo, studiare il passato non è un’automatica garanzia di riuscire a prendere le decisioni migliori nel presente, ma è fondamentale per mettere in prospettiva il mondo in cui viviamo. I valori, le istituzioni e le tradizioni non sono già dati e immutabili – come invece potrebbe sembrare – al contrario sono il risultato di vicende precise, che affondano le radici proprio nella storia. Comprendere che non sempre i modelli sociali e culturali sono stati uguali a quelli in cui viviamo è un passo decisivo per mettere in discussione anche il nostro presente.
La storia non si ripete mai completamente uguale a se stessa, ma piuttosto la si potrebbe definire una “collezione di precedenti”, come fa lo storico Alessandro Barbero, che offrono una possibilità in più per comprendere le scelte e i comportamenti degli uomini e delle donne che ci hanno preceduto.
Addentrarsi nella storia, oggi più che mai, può diventare un’opportunità per i ragazzə di oggi di conoscere tante storie – individuali o collettive – fatte di scelte, di dubbi e di problemi legati a ciò che siano capaci di fare come esseri umani. È partendo da loro stessi, dalle speranze e dai problemi che affrontano che possono guardare alla storia come un modo per “specchiarsi” e scavare tra esempi negativi e positivi, tra eventi sconvolgenti e piccoli cambiamenti, per trovare gli strumenti con cui costruire se stessi.
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